Quando l’AI riconosce i luoghi dalle foto: riflessioni su privacy, OSINT e nuovi rischi digitali

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Nel mondo digitale di oggi, l’intelligenza artificiale sta diventando sempre più capace di analizzare contenuti complessi — incluse le immagini fotografiche — traendone informazioni che fino a pochi anni fa sembravano appannaggio esclusivo di agenzie investigative o militari. Ma cosa accade quando una tecnologia come ChatGPT con il nuovo modello o3 di OpenAI riesce a dedurre il luogo in cui è stata scattata una foto, semplicemente osservandola?

Ho deciso di testare in prima persona questa funzionalità, caricando su ChatGPT due immagini: una scattata in un contesto extraurbano (paesaggio naturale) e un’altra in un contesto urbano. Il risultato? A dir poco sorprendente… e un po’ inquietante. 😮📸


🧪 L’esperimento: AI e localizzazione visiva

✅ Nel primo caso, relativo a una foto scattata in un’area rurale o montana, il sistema ha elaborato una localizzazione coerente, seppure non perfettamente esatta, giustificando la stima con una serie di argomentazioni geografiche e morfologiche molto dettagliate (profilo delle montagne, vegetazione, tipo di strada, ecc.)

✅ Nel secondo caso, relativo a una foto scattata in città, la localizzazione è stata incredibilmente precisa: il sistema ha identificato Milano, zona Navigli durante il mercatone dell’Antiquariato, con tanto di riferimenti al ponte (quello di via Corsico) da cui era stata scattata l’immagine.


💡 Perché tutto questo è importante (e problematico)

L’aspetto più interessante — e per certi versi delicato — non è tanto la precisione del risultato, ma il valore analitico del processo. ChatGPT non si limita a “indovinare”, ma espone un ragionamento strutturato basato su elementi visivi e culturali, proprio come farebbe un analista OSINT.

1️⃣ Valore dell’inferenza visiva

L’AI di OpenAI, grazie al modello GPT-4 o3 (utilizzabile tramite la versione ChatGPT Plus), dimostra una capacità sempre più raffinata di analizzare immagini e trarre spunti investigativi. Anche quando la localizzazione non è perfetta, il percorso logico seguito è di grande utilità, tanto da poter essere integrato in un’analisi OSINT (Open Source Intelligence) vera e propria.

2️⃣ Uno strumento di OSINT “pret-à-porter”

Le funzionalità visive di ChatGPT ricordano da vicino la rivoluzione di Google Maps e Street View: tecnologie che hanno democratizzato l’accesso a informazioni geospaziali. Ma ora si va oltre: chiunque può eseguire un’analisi geolocalizzativa ragionata, a costo zero, partendo da una semplice foto.

📌 Non è un caso se, incrociando immagini satellitari e metadati di App comuni, sono state scoperte in passato perfino basi militari segrete (es. USA in Medio Oriente, come riportato da The Guardian).


🔐 Privacy: un rischio crescente e sottovalutato

Tutto questo ha implicazioni fortissime per la privacy individuale e collettiva.

Pensiamo alle classiche foto pubblicate sui social durante le vacanze: possono già oggi fornire informazioni involontarie a malintenzionati, come ladri che monitorano le abitudini per organizzare furti. Ma cosa succede se la stessa immagine — anche priva di geotag — viene analizzata da un’AI che deduce la posizione con buona precisione?

Ora immaginate questo scenario:

  • 🕵️ uno stalker;

  • 👨‍💼 un collega invidioso;

  • 🏢 o un datore di lavoro poco trasparente.

Tutti potrebbero raccogliere frammenti di vita digitale, analizzarli con strumenti gratuiti e ottenere informazioni sensibili da immagini apparentemente innocue.


👨‍👩‍👧‍👦 La privacy non è più “solo” un tema aziendale

Il rischio non riguarda più solo le aziende o i professionisti: anche i figli, gli amici o i partner possono finire involontariamente esposti. E se è vero che la combinazione tra dati, AI e strumenti OSINT ci offre nuove potenzialità investigative, è altrettanto vero che le minacce digitali diventano più pervasive, subdole e difficili da disinnescare.

📵 Serve una consapevolezza elevata, quasi “professionale”, anche nella sfera personale, per proteggere noi stessi e chi ci è vicino.


🔚 Conclusione: consapevolezza, formazione e prevenzione

Viviamo un’epoca in cui le facoltà di raccolta e analisi dei dati sono state moltiplicate da strumenti AI sempre più accessibili. Ma questo potere richiede una maggiore cultura della privacy.

➡️ Come consulenti in materia di protezione dei dati personali, siamo chiamati non solo a supportare le organizzazioni, ma anche a diffondere cultura e strumenti concreti per difendersi da queste nuove minacce.


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Le foto analizzate:

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Dario Fumagalli

Dario Fumagalli

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