Privacy: la parità in azienda (PdR 125) alla prova del GDPR
Come funziona la parità in azienda (PdR 125) alla prova del GDPR? Molte aziende si stanno organizzando per adottare la Prassi di Riferimento 125 relativa alla parità e all’inclusione nei luoghi lavorativi, ma non sempre ci si chiede se per farlo si rischia di violare il GDPR. Se così fosse, infatti, oltre al rischio di sanzioni si finirebbe per mettere a disagio, nonostante le ottime intenzioni, proprio le persone che si intende tutelare.
Nell’ultima puntata di Privacy al Sugo ci concentriamo su alcuni punti fondamentali per applicare in sicurezza, in ottica privacy, le procedure e gli accorgimenti volti a garantire la parità dei sessi in ambito lavorativo. Due sono i concetti fondamentali: neutralità e consapevolezza.
Neutralità
Essere neutrali significa, in questo caso, evitare di raccogliere informazioni personali là dove non è necessario. Se devo garantire parità in un panel per un evento, ad esempio, non andrò a indagare sull’identità di genere dei possibili relatori allo scopo di comporre un gruppo eterogeneo. Mi assicurerò solo di adottare un iter di selezione che non sia influenzato da pregiudizi e bias legati all’identità di genere o all’orientamento sessuale.
Se, poi, dovrò fare survey o audit ex post per verificare se nella mia organizzazione le politiche che ho stabilito sono state rispettate, cercherò di adottare tutte le misure per garantire che le opinioni degli intervistati siano anonime, fatti salvi i casi (denunce di illeciti) in cui potrebbe essere necessario per ragioni legali o tecniche disporre degli estremi del segnalatore (tenendo presente che, ad esempio, la normativa sul Whistleblowing consente segnalazioni anonime).
Consapevolezza
Consapevolezza, in questo caso, significa affidabilità, competenza e istruzione delle persone a cui sono affidate responsabilità nell’applicazione o nella sorveglianza dell’applicazione delle mie politiche. Infatti, questi soggetti potrebbero trovarsi a trattare informazioni anche molto delicate (abusi, discriminazioni, informazioni relative alla sfera sessuale non ancora divulgate dall’interessato) e dovranno, dunque, avere una solida formazione in materia di protezione dei dati. Dovranno, ad esempio, sapere che simili informazioni devono essere conservate con speciali cautele a presidio della riservatezza (file criptati, faldoni in cartelle chiuse, documenti distrutti tramite appositi dispositivi).
Bene, per tutto il resto non possiamo che consigliarvi di guardare il video e, se gradite approfondimenti, contattateci o compilate il nostro test di autovalutazione gratuito!
Alla prossima e buona visione!