La Suprema Corte amplia la responsabilità dell’hosting provider non attivo: anche in assenza di una comunicazione da parte delle autorità competenti, questi è tenuto a rimuovere tempestivamente i contenuti illeciti (come i commenti diffamatori), qualora ne abbia acquisito conoscenza certa e manifesta in qualsiasi altra forma. È quanto stabilito dall’Ordinanza n. 17360/2025 della Corte di Cassazione – Sezione Terza Civile.
🔎 Il principio: responsabilità condizionata alla conoscenza dell’illiceità
Cassazione: il blogger è responsabile per i commenti diffamatori. Secondo la Cassazione, l’obbligo di rimozione per l’hosting provider passivo (ovvero il prestatore di servizi che si limita a memorizzare informazioni fornite da terzi, ex art. 16 D.lgs. 70/2003) sorge nel momento in cui acquisisce conoscenza della natura illecita delle informazioni memorizzate, anche al di fuori della “comunicazione delle autorità competenti”.
Questa, infatti, è solo una fonte “qualificata” che può rendere più evidente la manifesta illiceità del contenuto, ma non è l’unica a generare responsabilità. La mera segnalazione da parte del soggetto leso, se supportata da elementi sufficienti a rendere evidente l’illiceità del contenuto, può costituire un presupposto valido per l’obbligo di rimozione.
⚖️ Il caso concreto: blogger assolto in primo e secondo grado, ma la Cassazione ribalta tutto
Un utente, ritenendosi diffamato da commenti comparsi su un blog e non rimossi, aveva agito per ottenere il risarcimento. I giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) avevano respinto la richiesta, ritenendo che la responsabilità del provider sorgesse solo dopo una segnalazione ufficiale da parte dell’autorità.
La Cassazione ha invece ritenuto questa interpretazione contraria alla normativa europea (Direttiva 2000/31/CE) e alla giurisprudenza penale (Cass. Pen. n. 12546/2019). Ha quindi affermato che l’hosting provider non attivo non può sottrarsi alla responsabilità solo perché non vi è stata una segnalazione qualificata, se è comunque venuto a conoscenza in altro modo della natura illecita del contenuto.
⚖️ Principio di diritto enunciato dalla Corte
“Il prestatore di servizi informatici che assume il ruolo di hosting provider non attivo è, di regola, esente da responsabilità per la pubblicazione di informazioni illecite provenienti da terzi, ma, una volta acquisita – in qualsiasi modo – la consapevolezza della manifesta illiceità delle stesse, deve provvedere tempestivamente alla rimozione per mantenere l’esenzione da responsabilità”.
📌 Implicazioni per titolari di blog, forum e servizi di hosting
Questa ordinanza, secondo cui, pur con dei distinguo, secondo la Cassazione il blogger è responsabile per i commenti diffamatori, è destinata ad avere importanti ricadute operative per gestori di piattaforme online, soprattutto blogger e amministratori di forum, chiamati a una maggiore attenzione nella gestione dei contenuti generati dagli utenti. Il principio della “conoscenza effettiva” non richiede più il filtro dell’autorità giudiziaria o amministrativa, rendendo più concreta la possibilità di responsabilità civile in caso di inazione a fronte di contenuti evidentemente lesivi.